giovedì 29 maggio 2014

X-Men: Giorni di un Futuro Passato

Cambiare il passato per un futuro migliore


In un futuro distopico in cui giganteschi robot intelligenti chiamati Sentinelle hanno sterminato i mutanti, il Professor Xavier e Magneto uniscono le forze per cercare di cambiare il passato. Sfruttando i poteri di Kitty Pride, inviano la coscienza di Wolverine all'interno del suo io degli anni Settanta, affinchè impedisca il realizzarsi dell'evento che donò linfa al progetto-Sentinelle: l'omicidio del loro creatore, Bolivar Trask, da parte di Mystica, e la sua conseguente cattura, che permise di rendere i robot capaci di adattarsi ai poteri dei mutanti. Wolverine dovrà convincere gli Xavier e Magneto del passato a collaborare per il bene comune: un'impresa ardua, viste le diverse strade intraprese dai due ex amici.

Dopo aver affidato il riuscito X-Men l'inizio a Matthew Vaughn, capace di spazzare via le perplessità generate dal terzo episodio della prima trilogia, Bryan Singer torna dietro la macchina da presa per mettere in scena una delle saghe più famose del gruppo di mutanti targati Marvel. Giorni di un futuro passato è un film narrativamente ambizioso, sia per la fama del materiale di partenza, sia per il moltiplicarsi dei piani narrativi, dispersi nel tempo e nello spazio e suddivisi tra diversi protagonisti e situazioni. La regia di Singer è all'altezza delle sue aspirazioni, e riesce a districarsi con agilità e sicurezza in una sceneggiatura densa e ricca di eventi, riuscendo persino a concedersi l'opportunità di strizzare l'occhio alla storia, al cinema e alla serialità televisiva con una serie di citazioni molto riuscite. Il ritmo è adrenalinico, ma alle scene d'azione si accompagnano momenti comici - irresistibili tutte le sequenze con Quicksilver - e drammatici, con alcuni scambi tra il giovane Magneto e il giovane Xavier che si distinguono per intensità emotiva e recitativa.

Singer riesce anche a concedere il giusto spazio a tutti i membri del suo cast di all-star, in cui le nuove leve brillano più della vecchia guardia, sia per il maggior interesse del loro segmento di storia, sia per il minutaggio più elevato. McAvoy e Fassbender conferiscono ai loro personaggi una gravitas e una profondità che li rendono più eroi drammatici che da fumetto, e rendono il film qualcosa di più di un semplice blockbuster, in grado di toccare, seppur superficialmente, temi profondi a livello storico, scientifico e filosofico. Accanto a loro brilla la new entry Peter Dinklage, un villain perfetto nella sua perversa ottusità.

Giorni di un futuro passato reinventa il passato e il presente della saga, cancellando con un colpo di spugna tutti gli errori del terzo capitolo della prima trilogia, e getta le basi per il suo futuro, suggerendo la presenza di una doppia storyline, una ambientata nel presente, l'altra nel passato. Singer è riuscito con mano sapiente a unire le tematiche della diversità proprie dei primi capitoli con l'afflato storico di X-Men l'inizio, creando così un film che soddisfa dal punto di vista dello spettacolo e offre anche qualche spunto di riflessione.

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Pier




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